Organizzazioni da tutta Italia stanno dando supporto all'iniziativa "Uniamo i Diritti"
Euroflora 2011 sarà ancora una volta, e ce ne rallegriamo, un’ottima occasione per mostrare ai visitatori quanto di bello c’è da scoprire nella produzione floricola italiana e mondiale.
Questi migliaia di colori e profumi naturali rendono certamente migliore la nostra vita.
E pensare che ci vorrebbe così poco perché fosse così anche per le migliaia di donne che questi fiori li producono!
Peccato che una bracciante in Etiopia guadagni meno di un euro al giorno, quasi sempre unico salario con cui cerca di mantenere la sua famiglia, a livello di sopravvivenza.
Peccato che abbia mani e volto segnati, e polmoni rovinati dai prodotti chimici utilizzati nelle serre, come succede agli “Schiavi di Naivasha in Kenya” raccontato dal video di Citizen tv.
Dalla preparazione della terra a quando arriva al fiorista una rosa può ricevere anche fino a 80 trattamenti chimici. Buona parte di questi sono proprio in serra, utilizzando anche prodotti dichiarati molto pericolosi e cancerogeni dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Quella stessa rosa ha bisogno di 2,5 litri di acqua per nascere e crescere. Acqua presa da importanti risorse idriche per quei territori, come il lago Ziwa o il lago Naivasha, sempre più poveri nel fornire quanto serve ai pastori e ai pescatori della zona.
Oggi il valore del lavoro di quella bracciante incide per 0,005 euro sul prezzo finale di quella rosa: quanto inciderebbe un più equo contratto, un salario decente sui margini di guadagno degli intermediari?
Una riduzione dei trattamenti chimici è possibile, così come abbandonare i prodotti pericolosi, come dimostrano diverse aziende che magari non spingono al massimo con la chimica la produttività del loro terreno ma valorizzano la propria qualità attraverso le certificazioni.
Il riciclo nell’uso dell’acqua, così come l’utilizzo di filtri che evitino la contaminazione dei terreni è una pratica possibile.
La floricoltura è un’economia importante nel nostro Paese, così come nei Paesi del sud del mondo. Manteniamola in vita e sosteniamola in modo che sia veramente sostenibile, per le persone e per l’ambiente!
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